Smart Cities, il futuro possibile, ma bisogna fare presto.
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Michele Vianello è uno Smart Communities Strategist, è stato Vice Sindaco di Venezia e ha diretto il Parco Scientifico e Tecnologico VEGA. Oggi è consulente di imprese private, pubbliche amministrazioni e associazioni professionali.
Ieri in un incontro presso Cialuna a Barletta ha presentato il suo lavoro di #nomadworker ed alcuni concetti chiave che ruotano attorno alle Smart Cities, raccolti nei suoi due libri “Smart Cities – Gestire la complessità urbana nell’era di Internet“ e “Costruire una città intelligente – Smart cities, gioco, innovazione: il futuro possibile”.
Smart Cities, Smart Citizen, Lavoro e Pubblica Amministrazione.
Per capire meglio il significato di #nomadworker è necessario partire da un’affermazione di Michele Vianello: “La scrivania appartiene al passato ed è legata a processi produttivi obsoleti”.
Tutti coloro che operano nel Information Technology sanno che il lavoro è cambiato e in futuro subirà mutazioni più drastiche. La rete e gli strumenti informatici rompono i canoni classici del lavoro e della comunicazione, permettendo di lavorare in modalità e tempistiche differenti rispetto al passato. Il vagone di un treno durante un viaggio diventa un ufficio, grazie ad uno smartphone, notebook e connessione internet.
Il concetto di lavoro cambia non per essere precarizzato, ma semplicemente perchè si è evoluto.
#disrupt un concetto che prevede di interrompere, bloccare, eliminare, distruggere per innovare, creare e avviare il cammino verso la città intelligente. Le pubbliche amministrazioni, i cittadini e tutti gli attori di questi processi non sempre sono in grado di percepire autonomamente il cambiamento, un esempio per tutti Uber e quello che sta accadendo in Italia.
In questo modello di sistema le PA giocano un ruolo chiave in cui non basta dotarsi di tecnologie, ma bisogna essere in grado di sviluppare le interazioni fra persone e tecnologie.
Come avviare un rapporto intelligente con la cittadinanza?
La legislazione obbliga la PA alla “condivisione” e solo attraverso questo passaggio è possibile creare un rapporto intelligente con la cittadinanza. I cittadini ormai utilizzano un lessico differente da quello della Pubblica Amministrazione ingessata ancora nel “linguaggio monolitico delle delibere”.
La massiccia introduzione di IT nella pubblica amministrazione e l’utilizzo di strumenti social possono alimentare proficuamente un rapporto intelligente.
Come avviare un processo di politiche che vanno verso un’idea di Smart Cities?
Quello che emerge dall’incontro con Michele Vianello è una “situazione italiana” della PA notevolmente complessa e problematica, in cui il rischio più grande è quello di digitalizzare solo la burocratizzazione (la pec come esempio e pilastro di queste logiche assurde).
Al tempo stesso è necessario avviare nel minor tempo possibile alcune di queste “buone pratiche” per non perdere definitivamente il treno dell’innovazione della PA
Come e da dove iniziare?
Politiche industriali per IT in ambiti trasversali a livello nazionale.
Alfabetizzazione digitale -> Il cittadino diventa #storyteller del proprio ambiente.
Siti web istituzionali.
L’individuazione delle priorità e specificità del proprio territorio da cui partire per avviare un processo di #smartcity #cittàintelligente.
L’open source.
L’incontro con Michele Vianello